In un recente microcosmo ho consigliato a Milano di alzare lo sguardo nel suo essere metromontagna ospitando le Olimpiadi della neve. Se invece si abbassa lo sguardo verso la tumultuosa composizione sociale si capisce la metamorfosi interrotta nel suo essere città senza coesione. A me appaiono tante città che non stanno in una.
La prima è la città verticale di cui è protagonista la neoborghesia dei flussi, cresciuta nel post-expo e trainata da tre macro-economie: la finanza, dai big players con tanto di risiko bancario vedi Mediobanca, l’industria dell’abitare con l’atterraggio a Milano dopo il 2008 dei grandi sviluppatori immobiliari globali, l’industria urbana delle infrastrutture e delle reti, dalla metamorfosi delle multiutilty che si fanno Spa alle “fabbriche” dell’alta formazione, fino a parchi scientifici, nodi dei big data e reti distributive delle grandi piattaforme che veicolano i flussi logistici del consumo metropolitano.
Il Sole 24 Ore