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Il disincanto di chi non si riconosce più in impresa e lavoro

di Aldo Bonomi  Microcosmi – Il Sole 24Ore

Val la pena soffermarsi in Lombardia, anche perché le elezioni regionali hanno riproposto l’antico adagio città/contado che vede da una parte quelli della Ztl e dall’altra quelli della pedemontana. Con un problema in più: tanti disincantati che stanno a guardare. Ma osservando le dinamiche territoriali vien da chiedersi se sia ancora valido l’antico adagio braudeliano che vedeva nella città il luogo del mercato, il terziario oggi, e nel contado civiltà materiale e manifattura.

Arrivando a scavare, scomodando Kant, nel rapporto tra «Zivilisation che riguarda la sfera delle convenienze sociali, mentre la sfera del sapere e delle arti fa parte della Kultur». Sono tempi, non colti dalle politiche, più di intreccio e contaminazione che di separazione nell’affrontare il salto d’epoca della conoscenza globale in rete, del salto all’auto elettrica e dei nuovi materiali nella manifattura e di vallate alpine dei turismi e della risorsa scarsa acqua. Imprese e filiere cercano di prendere le misure al turbolento mondo globale, partendo dal contado. Come a Erba in Brianza rappresentandosi con il basso profilo della Zivilisation a Lario Fiere, non in quella grande nella Milano della Kultur, nella 14esima edizione di “Fornitore Offresi” un evento annuale nato da un gruppo di imprenditori meccanici. Erano 80, oggi 345 aziende dall’Italia e dall’estero in overbooking rispetto agli spazi disponibili.
Lì la piattaforma della meccanica evoluta in meccatronica si autorappresenta nella sua articolazione: tradizione metallurgica delle minuterie, fornitura di lavorazioni di precisione, i produttori sartoriali di macchine industriali, ma anche il tema della forza lavoro che manca e quindi la scuola e la ricerca, gli istituti di formazione, fino alla catena del valore dalla materia prima ai semilavorati alla distribuzione e logistica. Un sistema produttivo denso che solo nell’area lariana conta 4mila imprese e 50mila addetti, con un export cresciuto rispetto al pre-Covid del 7,4 per cento. Con lo stesso basso profilo da “Fornitore offresi” in un altro evento si rappresenta la filiera del legno-arredo, senza la quale poco avrebbe da raccontare la Kultur del Salone del Mobile. Partendo dal contado si ridisegna, incorporando saperi formali, l’andare in città a far mercato.

Allargando lo spazio di posizione, che nel caso della meccatronica alza lo sguardo su un raggio di 400 Km, misura che rappresenta il perimetro di una piattaforma integrata che va da Erba a Milano e Stoccarda all’asse della Via Emilia e della pedemontana veneta. Si rappresenta ormai una filiera unica di industria europea visto il grado di interconnessione accomunata dalla transizione epocale della Brianza nella Mitteleuropa. La macchina industriale locale è intenta anzitutto a consolidare la densità delle sue relazioni a medio raggio, muovendosi su uno scenario di globalizzazione che si sta regionalizzando dopo pandemia e guerra. Ci si interroga su limiti e difficoltà di offerta che derivano dalla metamorfosi sociale, dalla crisi demografica con la mancanza di forza-lavoro, dal cambiamento culturale e dal logoramento delle istituzioni politiche in una trasformazione antropologica più che produttiva in corso all’interno della stessa istituzione-impresa.

Nei distretti del contado valeva l’antico adagio “la proprietà obbliga”, nella piattaforma mitteleuropea si impone “l’innovazione obbliga” nel ridisegnare l’intimità dei nessi tra contado e città, non solo nel triangolo Milano-Stoccarda-Bologna ma nella filiera di città medie della pedemontana lombarda e veneta e della Via Emilia. A “Fornitore Offresi” si guarda all’Its meccatronica che ha sviluppato una rete che nel giro di 7 anni ha raggiunto i territori manifatturieri da Como a Bergamo, Lecco, Brescia fino a Pavia con un adattamento alle filiere territoriali. Urge creare una nuova generazione di tecnici che applichino un sapere di connessione tra le diverse funzioni dell’impresa: non solo tecnologia, ma di organizzazione, di mercato e ricerca. Facendo Kultur nell’intreccio con il Politecnico di Milano che attraverso il PoliLab propone alla filiera dell’automotive innovazione dell’auto elettrica. Il Politecnico va dalla città al contado.

Dove non si dimentica l’importanza della formazione delle figure di produzione, visto che le aziende non vivono di soli tecnici. Seguendo l’evoluzione stressata e accelerata della civiltà materiale del fare impresa e dei lavori nelle piattaforme regionali forse si capisce non solo il deficit della politica nel mettersi in mezzo tra città e contado, ma anche quel 60% del disincanto che non ha partecipato. La piccola storia di “Fornitore offresi” racconta metamorfosi dei lavori e dell’impresa che nelle turbolenze ridisegna un sincretismo in divenire tra Zivilisation Kultur. Quello in atto nell’intreccio tra città e contado è un paradigma a reti lunghe di intreccio e connessioni territoriali selettive che scavano nella composizione sociale. Tanti sono quelli che non si riconoscono più nei lavori e nel fare impresa abituali, da qui il loro disincanto.

 

 

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